AMARANTO
L'amaranto è una pianta che conta diverse specie appartenente alla famiglia delle Amarantacee. Tra le origini del suo nome c’è il greco amarantos che letteralmente significa “che non appassisce”. Secondo gli studi effettuati sulle antiche popolazioni dell'America centrale, l'amaranto era, insieme a mais e quinoa, l'alimento fondamentale per Aztechi ed Incas. Si tratta quindi di un cibo utilizzato sin da tempi antichissimi anche se, per molti anni, è stato messo nel dimenticatoio.
Riscoperto negli anni Sessanta negli Stati Uniti, oggi viene coltivato in tutto il mondo. Ricchissimo di nutrienti, le sue proprietà sono ancora poco conosciute in alcuni Paesi, tra cui l’Italia. Viene utilizzato anche a scopo ornamentale.
L’amaranto è completamente privo di glutine, è quindi un alimento adatto a chi soffre di celiachia.
Essendo molto ricco di fibre e particolarmente digeribile, è utile per chi soffre di problemi intestinali ed è adatto anche all'alimentazione di bambini piccoli e anziani.
L’amaranto contiene fitosteroli in elevate quantità e, dunque, può essere utile per mantenere il colesterolo nella norma e per aiutare a ridurlo, quando è troppo elevato. In uno studio condotto in Russia nel 2007, pazienti con malattie coronariche e ipertensione, nella cui dieta era stato introdotto l’amaranto, hanno ottenuto benefici sui valori di pressione arteriosa, colesterolo totale, colesterolo LDL (quello cattivo) e trigliceridi. in uno studio del 2007 i pazienti con malattie cardiache ed ipertensione hanno dimostrato miglioramenti dopo l’inserimento nella propria dieta dell’amaranto. La fibra ed i fitonutrienti presenti nell’amaranto, secondo recenti studi, sarebbero infatti in grado di abbassare la pressione sanguigna mentre gli oli ed ipeptidi avrebbero proprietà antinfiammatorie.Il buon contenuto di lisina, un aminoacido essenziale non sempre presente nelle verdure e nei cereali, aiuta l’organismo ad assorbire il calcio ed a produrre energia.
L’amaranto contiene una quantità non trascurabile di acido ossalico, pertanto potrebbe inibire l’assorbimento di calcio e zinco; non è quindi consigliabile in chi soffre di patologie a livello renale, gotta o artrite reumatoide. Per l’elevato contenuto di proteine, non è consigliabile associarlo ad altri alimenti altamente proteici; non andrebbe quindi mangiato insieme a carne, latte e derivati, uova.
Grazie alla sua abbondanza di proprietà nutritive ed alla presenza di proteine, è un valido ingrediente nella dieta di tutte quelle persone che per un motivo o per l’altro decidono di non mangiare più alimenti di origine animale. Recenti studi sostengono che le proteine presenti in questo cereale sono le più nutrienti tra quelle di origine vegetale e possono essere considerate alla pari di quelle di origine animale.
Dopo averlo lavato l’amaranto va cotto in due parti d’acqua e un cucchiaino di sale marino per circa 50 minuti (30 in pentola a pressione); dopo la cottura va lasciato riposare per altri 10 minuti. Il suo aspetto, una volta cotto, è simile ad una massa gelatinosa ed è preferibile consumarlo in abbinamento a cereali come riso ed orzo oppure insieme a verdure di stagione.
L’amaranto, se riscaldato, ha un comportamento simile a quello del mais da popcorn: scoppia. È possibile infatti riscaldandolo in padelle, ottenere una sorta di popcorn che può essere utilizzato in svariati modi.
Riscoperto negli anni Sessanta negli Stati Uniti, oggi viene coltivato in tutto il mondo. Ricchissimo di nutrienti, le sue proprietà sono ancora poco conosciute in alcuni Paesi, tra cui l’Italia. Viene utilizzato anche a scopo ornamentale.
L’amaranto è completamente privo di glutine, è quindi un alimento adatto a chi soffre di celiachia.
Essendo molto ricco di fibre e particolarmente digeribile, è utile per chi soffre di problemi intestinali ed è adatto anche all'alimentazione di bambini piccoli e anziani.
L’amaranto contiene fitosteroli in elevate quantità e, dunque, può essere utile per mantenere il colesterolo nella norma e per aiutare a ridurlo, quando è troppo elevato. In uno studio condotto in Russia nel 2007, pazienti con malattie coronariche e ipertensione, nella cui dieta era stato introdotto l’amaranto, hanno ottenuto benefici sui valori di pressione arteriosa, colesterolo totale, colesterolo LDL (quello cattivo) e trigliceridi. in uno studio del 2007 i pazienti con malattie cardiache ed ipertensione hanno dimostrato miglioramenti dopo l’inserimento nella propria dieta dell’amaranto. La fibra ed i fitonutrienti presenti nell’amaranto, secondo recenti studi, sarebbero infatti in grado di abbassare la pressione sanguigna mentre gli oli ed ipeptidi avrebbero proprietà antinfiammatorie.Il buon contenuto di lisina, un aminoacido essenziale non sempre presente nelle verdure e nei cereali, aiuta l’organismo ad assorbire il calcio ed a produrre energia.
L’amaranto contiene una quantità non trascurabile di acido ossalico, pertanto potrebbe inibire l’assorbimento di calcio e zinco; non è quindi consigliabile in chi soffre di patologie a livello renale, gotta o artrite reumatoide. Per l’elevato contenuto di proteine, non è consigliabile associarlo ad altri alimenti altamente proteici; non andrebbe quindi mangiato insieme a carne, latte e derivati, uova.
Grazie alla sua abbondanza di proprietà nutritive ed alla presenza di proteine, è un valido ingrediente nella dieta di tutte quelle persone che per un motivo o per l’altro decidono di non mangiare più alimenti di origine animale. Recenti studi sostengono che le proteine presenti in questo cereale sono le più nutrienti tra quelle di origine vegetale e possono essere considerate alla pari di quelle di origine animale.
Dopo averlo lavato l’amaranto va cotto in due parti d’acqua e un cucchiaino di sale marino per circa 50 minuti (30 in pentola a pressione); dopo la cottura va lasciato riposare per altri 10 minuti. Il suo aspetto, una volta cotto, è simile ad una massa gelatinosa ed è preferibile consumarlo in abbinamento a cereali come riso ed orzo oppure insieme a verdure di stagione.
L’amaranto, se riscaldato, ha un comportamento simile a quello del mais da popcorn: scoppia. È possibile infatti riscaldandolo in padelle, ottenere una sorta di popcorn che può essere utilizzato in svariati modi.
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